
Nella ricetta della Jota Triestina, una punta di aceto ci va sempre (dicono), ma ai costruttori dell’edificio di Via San Lazzaro ne è scappata molto più di una goccia! Ultimata nel 1771, dall’architetto Bubolini, come da targa posta sull’ingresso (Aedes anno MDCCLXXI ob aque inopiam aceto absoluta) la casa venne costruita durante un periodo di siccità estrema, e data l’impossibilità di reperire tanto preziosa acqua, le maestranze non trovarono altra soluzione che utilizzare l’aceto nelle malte al posto del prezioso liquido!
Al di là del titolo ad effetto, la casa è invece conosciuta dai triestini come “la casa delle bisse”. Alzando il naso potrete ammirare il gruppo scultoreo in cima al portone d’ingresso e capirete il perché: tre aquile ( che simboleggiano Austria, Prussia e Russia) scendono a bloccare attaccando un serpente (Napoleone) che si slancia ad ingoiare una sfera appesa a un filo (le sue ambizioni di predominio sul mondo). Allegoria installata dal simpatico proprietario dopo che i francesi furono cacciati dalla città. Durante gli scontri coi cugini d’oltralpe una palla di cannone colpì l’edificio, i proprietari che a bizzarrie non volevano essere secondi a nessuno, decisero di conservarla come ornamento all’ingresso con la scritta: «hoc me ornamento Galli affecerunt MDCCCIX».
Dove:
Via S. Lazzaro, 15 Trieste.
Per approfondire:
http://www.destini-imperiali.com/it/percorsi/trieste/luoghi/palazzi/casa-delle-bisse.html
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